Around the world trip without flights was completed March 18, 2013. But many new travel projects came and will come. Books, photos and videos of a free life dedicated to the knowledge of the amazing World where we are living.

mercoledì 9 gennaio 2013

La prorompente energia di Rio de Janeiro / The exuberant energy of Rio


L’esuberante fascino di Rio de Janeiro ti attrae già prima di arrivarci perché è una delle città più conosciute al mondo. Fin dalla mia adolescenza ho provato a immaginare la spiaggia di Copacabana o il monte Corcovado per poter ammirare la metropoli con un punto panoramico straordinario. La mia idea di Rio si limitava solo a questi due itinerari ma arrivandoci ho scoperto che il suo vero fascino e ben più prorompente di quanto potessi immaginare. In sole poche ore, quando mi sono ritrovato a ballare la samba per le strade di Lapa, mi ha completamente conquistato. L’ennesima città sudamericana dai forti contrasti sociali che si rispecchiano dalle favela ai grattacieli del centro. Storica capitale coloniale scelta dai portoghesi che ne fecero l’unica capitale europea non in Europa quando l’esercito napoleonico minacciava il loro regno. Resistette fino al 1960 quando il presidente Kubitschek creò la nuova capitale nel centro del paese a Brasilia e Rio divenne una città stato per una decina di anni. Ora deve affrontare un impressionante onda di ricchezza derivanti dai prossimi eventi che ospiterà, i mondiali di calcio del 2014 e le olimpiadi del 2016.

Copacabana e Ipanema sono alcune delle spettacolari spiagge di morbida sabbia bianca che circondano la città. Sono spesso affollatissime al punto che sembra di essere al centro del mondo per il misto di popoli stranieri e locali che risiedono nell’area metropolitana. Verso sera ballerini e musicisti sonorizzano e rallegrano il lungo mare ma anche tanti altri quartieri tra cui quello in cui mi sono sistemato, Lapa. Il quartiere boemo dove tra un architettura affascinante, perché degradata e artistica ricca di vivaci colori e graffiti, vivono artisti, musicisti e prostitute – soprattutto viados. Numerosi locali per ogni tipo di clientela e ceto sociale pompano musica brasiliana a tutto volume. Nella grande piazza nei pressi dell’arco ci pensano i chioschi, illuminati dai neon, a intrattenere la gente con gustosi caipirinha. Le percussioni sono negli angoli delle strade ed è difficile trattenersi a non seguirne il ritmo scatenandosi in frenetici balli che con il calore e l’umidità della città vi faranno sudare parecchio. Poco importa perché siamo in Brasile e ballare la samba è un dovere, soprattutto quando sorridente brasiliane si offrono di insegnarvi i passi. (video)

Il centro, oltre a fiumi di persone che si spostano da un ufficio all’altro in alti e moderni palazzi che lo circondano, mostra anche un teatro municipale di una bellezza unica. Senza contare le numerose piazze o le strette vie dove i profumi e i colori dei locali vi attirano. Oggi, mentre mi perdevo tra le sue vie assieme ad un amica, ho notato la statua del Cristo redentore sul monte Corcovado ed ho deciso si raggiungerlo. Salito sul primo pullman ho raggiunto la base del monte da cui partono i mezzi per raggiungere la cima. Dopo ore di coda e calore eccomi finalmente quassù con un panorama da favola a 360 gradi nel parco nazionale del Tijuca, il più vasto in un area metropolitana. Il polmone verde di Rio gode anche del mare e di un lago. La statua del Cristo alta 38 metri è impressionante e attira l’attenzione anche di fedeli di altre religioni. Ma il momento più emozionante della giornata avviene quando salgo su un taxi collettivo per scendere in città. L’autista è un simpaticissimo vecchio brasiliano con una voce rauca incomprensibile che guida a tutto gas scatenando l’entusiasmo dei passeggeri. Decide di farci un regalo ovvero di uscire dal solito percorso e di tagliare per una stradina che attraversa una favela dove probabilmente è cresciuto. Si ferma a salutare amici dalla macchina, una serie di elementi con facce un po’ stordite mentre si scolano litri di birra. Ci salutano amichevolmente perché siamo con il loro amico ma passassi da solo a piedi non so se mi accoglierebbero allo stesso modo. Osservo le mura che sono tutte imbrattate di graffiti, ci sono montagne di rifiuti e strettissime scalinate in cui bambini giocano tra i cavi elettrici pendolanti. Mi ricorda uno dei mie film preferiti, “La Città di Dio”. Una estrema realtà che pulsa di vita.

The exuberant fascination of Rio de Janeiro attracts you even before you get there because it’s one of the most famous cities in the world. Since I was a teenager, I had tried to imagine Copacabana Beach or the extraordinary view over the city from Mount Corcovado (aka Sugarloaf mountain). The idea I had about Rio was limited to these two places but once I got there I found out that it was really much more exuberant than I could have imagined. In just a few hours, the city conquered me, and I found myself dancing in the streets of Lapa. It’s yet another South American city with strong social contrasts mirrored in the favelas – slums - and city-centre skyscrapers. A historical colonial capital chosen by the Portuguese, who made it the only European capital outside Europe when Napoleon’s army was threatening their kingdom, Rio remained the capital of Brazil until 1960 when President Kubitschek moved it to Brasilia in the centre of the country and for a decade or so Rio became a city-state. Now it will have to deal with a great wave of wealth from the events it will soon host, including the World Cup in 2014 and the Olympic Games in 2016.

Copacabana and Ipanema are two of the most spectacular beaches with soft white sand that surround the city. They are often so crowded that you feel you could be at the centre of the world with such a mix of locals and foreigners. In the evening dancers and musicians enliven the promenade and many other areas of town, including Lapa, where I’m staying. This is the Bohemian area of town with rundown architecture is full of colours, graffiti, artists, musicians, prostitutes - especially transexuals. There are many bars for every kind of client and social class, blasting out Brazilian music. In the big square near the arc people are entertained by the blue-neon-lit kiosks serving caipirinha cocktails. There are percussion groups on the street corners and it’s hard to hold back and not start to dancing crazily in the heat and humidity, which will make you sweat a lot, though. Little does this matter, because we are in Brazil and you must dance the samba, especially when smiling Brazilian girls are offering to teach you how to. (video)

Apart from the crowds of people moving from one office to another in tall modern buildings that limit this area, the centre also has a city theatre of unique beauty, as well as many squares and narrow streets that you can be drawn to by their perfume and colours. While I was roaming these streets with a friend today, I saw the statue of Christ the Redeemer on top of Mount Corcovado and decided to go up there. I took the first bus that came and made it to the bottom of the mountain to take other transport. After waiting in the queue and in the heat for hours, I finally got to the top, in Tijuca national park, the largest in a metropolitan area, where a fantastic 360° view awaited me. This “green lung” in Rio also has a lake and is by the sea. The impressive statue of Christ is 38 metres tall and also attracts followers of other religions.  The most exciting part of the day was when I took a taxi with other people to get back into town. The driver was a fun old Brazilian man with a raucous incomprehensible voice who drove at full speed, thrilling us passengers. He decided to give us a present by taking a different road than the usual one which crosses the favela where he probably grew up. He stopped to say hello from the car to some friends, a bunch of people with a dazed expression who were guzzling litres of beer. They greeted us in a friendly manner because we were with their friend but if I walked there alone I’m not quite sure I would be greeted in the same way. Looking at the graffiti-covered walls, mountains of rubbish and narrow flights of stairs where children played between electric cables hanging down, I was reminded of one of my favourite films: “City of God”. An extreme reality pulsing with life.


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